Non basta prendersi cura solo dei denti!

Secondo gli ultimi dati pubblicati dal ministero della salute, quasi il 40% della popolazione italiana over 35, soffre di malattia parodontale, di cui, il 14% in forma grave o avanzata, rischia ogni giorno di perdere i propri denti, a causa della difficoltà di tenere sotto controllo la malattia. La malattia parodontale è la 6ª malattia più diffusa al mondo, colpisce maggiormente le persone in età giovane-adulta, dai 35 anni in poi, colpisce nel nostro paese più di 1 persona su 2, 1 persona su 6 in forma grave. Chiamata anche Parodontite o Piorrea, la malattia colpisce i tessuti intorno al dente, portando ad avere dei problemi comuni come il sanguinamento alle gengive, la formazione di tasche parodontali, denti che si muovono, fino alla perdita di uno o più denti, se questa non viene intercettata e curata in tempo. Il danno tipico della malattia è la distruzione dei tessuti intorno al dente come osso, legamento e cemento radicolare. Con l’aggressione dei batteri ed il conseguente peggioramento della malattia, in breve tempo, questi tessuti vengono sostituiti da tessuto infiammato (non sano), creando quei difetti ossei, chiamati tasche parodontali. La malattia nel tempo non da degli evidenti dolori, se non i sintomi di una gengivite, che il più delle volte viene trattata nel modo sbagliato o addirittura non trattata. Le problematiche della malattia si presentano quando è ormai in fase avanzata, per questo non va sottovalutato nessun campanello d’allarme. Probabilmente non ti hanno mai spiegato come, non è il tartaro fuori dalla gengiva la causa di queste problematiche e della malattia parodontale, per cui anche avere una regolarità (magari ogni sei mesi) nel fare la pulizia dei denti dal dentista, non ti porterà nessun beneficio per la malattia, se non un po’ di benessere nei primi 15 giorni, per poi ritornare allo stato iniziale. Ecco alcuni sintomi precoci, che si presentano quando qualcosa inizia a presentarsi la parodontite sono:

  • Alito cattivo.
  • Sanguinamento delle gengive, sia con leggeri stimoli sia con spazzolamento.
  • Strano sapore in bocca.
  • Gengiva che diventa più rosso scuro, e gonfia intorno ai denti.
  • Sensibilità ai denti.

Trascurare questi segnali, non intervenire in tempo, o non intervenire nel modo corretto, potrebbe portare al peggioramento dei sintomi, ed al sicuro avanzare della malattia parodontale. I sintomi che si hanno quando la Parodontite (piorrea) è già presente in forma avanzata:

  • Sanguinamento importante delle gengive.
  • Alitosi marcata.
  • Recessioni gengivali con la radice che si scopre.
  • Comparsa di spazi tra i denti che prima non c’erano
  • Denti che si muovono
  • Fastidi o dolori diffusi su più denti.

Nel caso di presenza di uno o più di questi sintomi, devi sapere che ogni giorno in più che passa, potrebbe portare ad affrontare una malattia in stato avanzato, aumentando cosi il rischio di perdere i denti. Oltre al fattore genetico che porta ad avere un biofilm più “aggressivo”, grande importanza nel presentarsi e nel peggiorare della parodontite, è data dallo stile di vita che segui. Ci sono ormai numerosi studi di letteratura, che evidenziano come il Fumo sia un fattore che peggiora lo stato della malattia, diminuisce il sanguinamento in bocca togliendoci uno dei segnali principali di allarme, cosi come gli alti livelli di stress al quale sei sottoposto giornalmente che possono aggravare e velocizzare, la distruzione dei tessuti intorno al dente, l’obesità, cosi come il diabete o l’osteoporosi hanno uno stretto legame con la parodontite, aumentano la risposta infiammatoria che si crea con l’accumulo dei batteri. Purtroppo i medici che si occupano di queste malattie raramente consigliano di effettuare delle visite specialistiche per quanto riguarda la malattia parodontale, non valutando i problemi che le relazioni tra le malattie possono creare, o perché non conoscendo la parodontite proseguono con il vecchio modo di fare le cose dove “ognuno pensa al suo”. Per abitudine siamo abituati a collegare qualsiasi fastidio in bocca ad una carie o ad un problema sui denti, e per deformazione professionale, come dice anche il nome, anche il dentista si focalizza esclusivamente sui denti, non dando la dovuta importanza a tutti i problemi legati ai tessuti intorno ai denti, quelli che vengono colpiti dalla malattia parodontale. Questo probabilmente si rispecchia sulle abitudini dei pazienti come te, che giustamente, se non vengono abituati al dare lo stessa importanza ai problemi alle gengive da chi dovrebbe, poi non gli danno troppa attenzione. Siamo poi vittime della pubblicità delle società di prodotti per l’igiene orale, che pubblicizzano i loro prodotti, mandando in televisione o su internet dei messaggi come “se hai le gengive che ti sanguinano usa il nostro collutorio o dentifricio e risolvi tutti i problemi”, ma se fosse tutto cosi semplice, come mai il 40% degli Italiani continua a soffrire di parodontite? La malattia avanza e loro vendono i loro prodotti, ottenendo il loro obiettivo aziendale. Con questo livello d’informazioni sono convinto che anche tu hai provato a comprare un collutorio “specifico”, un dentifricio miracoloso indicato per risolvere il sangue che ti esce dalle gengive, o magari con il vecchio rimedio acqua e sale. Se sei fortunato (o meglio geneticamente fortunato) questi prodotti avranno anche alleviato il problema, ma scommetto che dopo un pò si è ripresentato intenso come prima, questo perché la causa rimane sotto la gengiva, non controllata, e come quando nascondi la polvere sotto il tappeto, prima o poi esce fuori. Un’altra cosa che puoi fare quando hai un fastidio o una zona che sanguina è passarci con lo spazzolino super delicatamente, quasi non toccando, perché  anche lo spazzolare da dolore. Ma cosi, il rischio è che la zona rimanga non pulita e che, per non creare un “trauma maggiore” andiamo a peggiorare una ferita che non è dovuta ad un trauma, ma ai batteri. Oppure puoi non fare nulla, inizi a reputare il sangue dalle gengive come “normale”, una convivenza, che diventa praticamente un’abitudine, tanto da preoccuparti se non lo vedi.. Spesso sento dire “si mi sanguinano ma solo alcune zone”, oppure, “si delle volte mi sanguinano, ma mi hanno detto che è normale”, come se ti uscisse il sangue da un’altra parte del corpo e questo fosse normale! Cosi come quando abbiamo problemi con l’alito cattivo o cattivi sapori in bocca, per esperienza personale posso dirti che la prima cosa che ci viene in mente è tamponare con qualcosa che ci cambi il sapore in bocca, come gomme o colluttori che diventano il nostro più fedele accompagnatore. E’ veramente fastidioso parlare con una persona dovendoci preoccupare dell’alito, e la cosa ancora peggiore è che la maggior parte delle volte non sappiamo a cosa sia dovuto il problema e  come risolverlo, quando invece trovare la causa di questo disturbo può diventare anche semplice. Per ipersemplificare, quello che dovresti fare è, se vedi uno dei sintomi descritti sopra, dovresti effettuare una visita specialistica, con chi si occupa del problema, uno studio organizzato nel trattamento di pazienti che soffrono di malattia parodontale. Questo perché il tuo dentista abituale, non è strutturato per trattare in maniera specifica e continuativa pazienti con malattia parodontale, banalizzando cosi la maggior parte dei sintomi, con la convinzione tutto possa migliorare con “una pulizia dei denti” da 20 minuti, o sostituendo un dente che si muove con un impianto. Cosi facendo, il rischio è di non diagnosticare la parodontite, permettendo alla malattia di peggiorare liberamente nel tempo, invece di trattare il paziente parodontale con un approccio completamente differente dal paziente “sano”. Ma dimmi la verità, facendo queste “pulizie dei denti”diciamo ogni 6 mesi, te che soffri di parodontite, hai visto dei benefici stabili nel tempo? ti sono mai passati del tutto i fastidi che hai?, il sanguinamento è sparito del tutto o solo per il primo mese?  Te lo dico io, NO! La sensazione è un benessere iniziale, che svanisce in pochi giorni. Cosi come quando hai comprato quel dentifricio o quel collutorio specifico, sei sicuro che siano scomparsi i problemi e la loro causa? o magari ti convinci che già il non avere il fastidio evidente come prima sia una cosa accettabile? La risposta è sempre la stessa. Capisco la tua delusione quando nonostante le provi tutte, non riesci a vedere la fine del problema, dovendoti accontentare.  Alla fine ti sei abituato a vedere il sangue alle gengive, colleghi il problema a qualcosa che hai mangiato, o ad un “particolare” periodo del mese, la realtà però non è questa, la verità è che non è colpa tua, semplicemente non ti hanno mai detto quale sia il modo corretto per combattere questi problemi. Come quando fai una qualsiasi cosa nuova, se nessuno ti spiega nulla sul come funziona, cosa devi fare, e quali problemi ti troverai ad affrontare, difficilmente potrai fare cose giuste. Quando poi si hanno dei lavori protesici sui denti, denti ricostruiti o addirittura impianti, qualsiasi tipo di azione proviamo a fare a casa, per risolvere delle infiammazioni o altro, diventa ancora più difficile, sembra veramente come se non fossimo capaci di fare le cose corrette per sfiammare quella zona.  Forse non ti è stato spiegato che i lavori fatti per ripristinare o curare un dente, devono essere mantenuti con particolare attenzione, altrimenti possono causare infiammazione, specialmente se fosse presente un errore, come una zona in eccesso, un contorno eccessivo che facilita l’accumulo di batteri, causando una continua infiammazione. E’ come se provassimo a curare una ferita, lasciando l’oggetto che l’ha provocata al suo interno, NON GUARIRA’ E PEGGIORERA’ NEL TEMPO. Un pò come quando abbiamo una zona dove rimane del cibo ogni volta che mangiamo, magari a causa di una ricostruzione non proprio fatta a dovere, quella è una superficie dove facilmente si creerà un danno ai tessuti (una tasca parodontale). Ti può essere capitato di avere una zona dolorosa senza avere una carie,  magari ti è stato detto “li ha una tasca, pulisca bene”, senza indagare sulle origini del problema e senza spiegarti cosa significa “pulire bene” quella zona. Questo perché, l’approccio più facile per i dentisti generici, è di sostituire un dente malato con un impianto piuttosto che trattare il problema parodontale, come se questo fosse immortale ed immune ai batteri, causa della malattia, e come se la parodontite sia presente solo su quel dente invece che su tutta la bocca. Non so te, ma io mi sentirei in difficoltà a parlare con mia moglie o fidanzata, dovendogli spiegare in qualche modo perché ho perso un dente, o perché nonostante abbia speso dei soldi per effettuare una tipologia di lavoro, con il quale pensavo di affrontare il problema, questo non lo ha minimamente risolto, ma anzi mi ritrovo nella situazione iniziale, senza dente, con un impianto perso o in perimplantite (malattia parodontale su impianto). Se ti hanno solo accennato di soffrire di “piorrea”, come se avere o non avere la malattia sia la stessa cosa, devi sapere i rischi che potresti correre. Solo con una diagnosi precoce di malattia parodontale potrai, se trattata, sfruttare tutti i vantaggi della terapia,  permettendoti di salvare i tuoi denti nello stato attuale, nel tempo, senza doverli sostituire subito con altri lavori che, devono rimanere i sostituti dei tenti persi e non di denti ancora salvabili. Questo si è un approccio mini invasivo, che garantisce il mantenimento di tutti i denti fino alla vecchiaia, che ti permette di salvare i tuoi denti spendendo meno di un impianto. Trattando la malattia con il nostro metodo scopriresti i vantaggi di risolvere il problema, non dovendo continuare a convivere con:

  • i fastidi, dolori e i sintomi della malattia.
  • rischio di perdita dei tuoi denti
  • continuare ad andare dal solito dentista a sentirti dire che devi pulire meglio, che i denti si muovono più della precedente visita, che quindi tra un pò andranno tolti.
  • sentirti dire di spazzolare dall’alto verso il basso sperando forte, forte, forte che le gengive tornino giù da sole.
  • sentirti frasi come “le gengive devono sanguinare cosi drena l’infezione”.
  • e molte altre, ma ci fermiamo qui per ora.

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